provando la cianotipia

Provando la cianotipia ho deciso di utilizzare la carta velina, è stata un’avventura perchè dalla vaschetta ne usciva letteralmente distrutta ma alla fine il risultato è, secondo me, molto poetico, ed era quello che cercavo.

Mi sono cimentata, per la prima volta nella mia vita, con la cianotipia. L’ho fatto in occasione dell’annuale concorso internazionale “Contemporary Carte de Visite – G. Parpani” perchè nei due anni precedenti ho presentato i diorami, e dopo aver anche vinto, nel 2021, con lo scrigno contenente “Memorie di una geisha”, mi sembrava più giusto e stimolante cambiare tecnica e genere. Tra tutto ciò che mi incuriosisce ho scelto la cianotipia, tecnica relativamente semplice ma che restituisce risultati molto affascinanti. Ho lavorato ad una serie che ho intitolato “Fragile”, in futuro dedicherò un post a tutto il lavoro, ma oggi voglio solo dare un accenno su questa nuova, per me ovviamente, tecnica. Ho deciso di provare ad utilizzarla sulla carta velina proprio per accentuare il concetto di fragilità, quello che è successo ovviamente è che si è distrutta!! Ho insistito perchè ho trovato gli strappi molto interessanti, gestendo la carta in vaschetta con moltissima delicatezza sono riuscita a salvare le stampe, ovviamente uscite malconce ma secondo me molto poetiche. Una volta asciutte le ho incollate su un altro foglio di carta velina per renderle più stabili e solide. Le ho accartocciate  e poi stirate. Alla fine decorate con foglia oro. A me piacciono moltissimo, credo che sarà una tecnica che avrò voglia di approfondire e sperimentare. Chissà che magari non trovi un modo per farla comunicare con il mio mondo dei diorami. Vedremo.  

Come si vede in questa foto, la carta velina restituisce una trasparenza che a mio parere rende il tutto molto delicato e poetico, si potrebbe pensare di incorniciarla in modo tale da non perdere, anzi esaltare, questa caratteristica.