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Biennale Portogruaro 2023

Ho avuto l’onore di ricevere il Premio Biennale Portogruaro 2023, per il concorso a tema “Le forme dell’abitare”, è stato un piacere esporre presso la Galleria Comunale di arte Contemporanea “Ai Molini” con autori a mio parere di altissimo livello.  Dopo un’accurata selezione da parte della giuria, siamo giunti in 8 finalisti all’esposizione collettiva che si è tenuta dal 15 ottobre al 5 novembre 2023. Con mia sorpresa mi è stato assegnato il Premio della giuria ad Ex aequo con l’artista ucraina Anya Tsaruk, mentre il premio del pubblico è stato assegnato ad Alessandro Tagliapietra. 

Curatrici: Roberta Semeraro e Costanza Salini

"Rifugi Emotivi"

Per rispondere al tema della call, ho scelto 4 mie opere che ho racchiuso sotto il titolo di “Rifugi emotivi”. 

Ho interpretato “Le forme dell’abitare” nel modo che più sento a me congeniale e che caratterizza il mio lavoro artistico, cioè l’abitare emotivo, lo spazio inteso come rifugio intimo e privato, la modellazione del proprio spazio sulla base delle proprie fragilità. Spazio inteso come luogo privato e immaginario, spazio come culla e protezione, luogo magico della fantasia e scrigno che ci contiene come piccole gemme preziose. 

La motivazione della giuria

“Per aver indagato e colto in modo assolutamente originale, situazioni molto intime e profonde dell’abitare emotivo, attraverso l’interazione virtuosa di una pluralità di conoscenze e abilità tecnico-manuali.”

L’amore in una scatola…di vino

Uno scrigno pieno…d’amore

NOI...LUNA

Un giorno mi capita, cercando altro in garage, questa scatola…non posso lasciarla lì così, ho pensato. L’ho portata in casa ma è rimasta lì in un angolo per settiamane, mi piaceva moltissimo ma in realtà non sapevo cosa farci. 

Poi è diventata una custodia, uno scrigno segreto che protegge questa delicata storia d’amore di Paola e Francesca. Scelta da una serie di immagini in cui ho provato a descrivere l’amore tra due donne e la sua delicatezza. Ho inserito all’interno sia la stampa, completata dalle parole che questa immagine mi ha suggerito, sia il materiale utilizzato per lo scatto. 

noi...luna

Noi Luna, l’una nell’altra

la nostra prima notte, la nostra prima luna

come perdersi l’una nell’alltra, confondersi con il buio,

quando il buio diventa culla,

diventa protezione e luogo privato

dove scomparire con te.

Puoi essere me, posso essere te,

possiamo essere…la notte. 

Noi Luna

Il mio processo creativo

Il progetto al quale ormai mi dedico quasi esclusivamente da oltre due anni è “Diorami”. Che siano scene singole, storie brevi o progetti di più ampio respiro, quello che mi piace è creare set e renderli abitati da personaggi. In questo lavoro quello che faccio prima di tutto è scrivere: descrivere a parole quello che vedo nella mente, nella fantasia. Annoto accuratamente tutto su un quaderno o su foglietti volanti che poi custodisco gelosamente: ritagli di frasi, immagini, oggetti, pose fotografiche che suscitano in me interesse oppure emozioni particolari. Quando mi sono formata un’idea abbastanza chiara, definisco a grandi linee la scena o la serie che voglio rappresentare. Lo faccio disegnando come mi riesce, cioè non come vorrei saper fare, ma la base di tutta la progettazione resta una dettagliata descrizione scritta. Decido come vestirmi, quali pose assumere e faccio delle prove in digitale per le pose, perchè facendo tutto da sola non è facile capire se le pose e le inquadrature sono corrette. Quando è tutto pronto, uso il cavo per l’autoscatto e la macchina analogica per scattare gli autoritratti necessari, su un fondo neutro. Una volta stampate, le sagome dei personaggi, in camera oscura, le ritaglio e inizio ad allestire i diorami. A volte costruisco degli oggetti in cartone oppure uso piante secche, tessuti, qualsiasi cosa mi possa aiutare a rendere la scena più interessante, anche piccoli abbellimenti sulle sagome in certi casi, per dare tridimensionalità. E’ per me fondamentale avere chiara l’idea di come funzioneranno le luci nella scena finale. Le sagome sono necessariamente bidimensionali, mentre il diorama è tridimensionale, pertanto la luce agisce in modo differente sui vari elementi in scena. Per ottenere un risultato realistico è necessaria la massima cura fino dalla fase della progettazione. Infine eseguo la ripresa finale in pellicola formato 6×6. 

Il risultato finale di questo percorso creativo è un’opera fotografica, per questo piccolo viaggio dietro le quinte ho scelto lei, una me persa tra mille pensieri che spesso perde la strada e si ritrova cullata e protetta tra pagine e parole spesso confuse, ma sempre trasparenti. 

"tra le mie pagine"

Mittel

Quando, nel 2022, ho avuto la possibilità di esporre i miei diorami nel circuito Lodi OFF, nell’ambito del Festival della Fotografia Etica, la location che mi è stata assegnata era una libreria, un posto davvero magico, che purtroppo con quell’evento concludeva il suo percorso. E’ stato bello vedere i miei lavori esposti tra libri di fotografia, arte e cultura, in un ambiente creativo e pieno di energia.  C’erano anche altri autori che esponevano lì ed è stata una bella occasione per confrontarsi e apprezzare forme diverse di intendere e di lavorare con la fotografia, ogni esperienza del genere ti lascia addosso qualcosa in più e apre la visione su quella che è l’espressione artistica a tutto tondo. Mi sentivo allo stesso tempo entusiasta di aver scoperto un luogo così creativo e triste per il fatto che avrebbe chiuso appena concluso il Festival, quindi volevo fare qualcosa, oltre che per ringraziare i titolari per l’ospitalità, anche per lasciare loro un ricordo carino di quell’avventura. Ho deciso così di creare un diorama personalizzato, è così che è nato “Mittel”, dal nome e dal logo  della libreria.

fasi di lavorazione

Una ballerina speciale

Per questo lavoro, per la prima e, al momento, unica volta, non ho creato il mio personaggio utilizzando l’autoritratto. La ballerina speciale di questa sequenza si chiama Cecilia ed è una pole dancer molto brava che si è prestata con dedizione e impegno a questo progetto, con tantissima pazienza ha posato per me, provando e riprovando le pose e le sono molto grata per questo. Sono molto soddisfatta del risultato di questa collaborazione. L’opera è poi stata selezionata per “Zeropixel 2021” ed esposta a Trieste a Palazzo Costanzi, quindi tanta soddisfazione. 

Posto qui due scatti della serie che poi ho scartato nella costruzione della sequenza, ma che trovo comunque molto belle. 

Nel video sotto invece si può intuire tutto il lavoro che c’è dietro il risultato finale.

Una bella emozione

Quando ho deciso di lavorare a questa sequenza ho guardato e riguardato il film per trovare le scene che più mi sembrassero adatte ad essere riprodotte in fotografia, devo ammettere che fare una selezione è stato difficile, è un film stupendo, altrettanto lo è la storia. Alla fine comunque ho scelto i miei punti salienti e mi sono dedicata a costruire le scene, gli oggetti e ho scattato gli autoritratti nelle pose necessarie per le varie scene. E’ stato molto divertente calarmi nei panni di una geisha. 

Una volta realizzate le fotografie, ho voluto anche rendere il tutto più prezioso, proprio per quella frase che parla di fragilità e mistero, ho pensato ad uno scrigno che potesse custodire queste immagini, al formato piccolo per rispettare la delicatezza, alla seta pensando al kimono e al rosso pensando al Giappone. E’ così che è nato questo cofanetto con il quale ho poi partecipato all’edizione 2021 del concorso internazionale “Contemporary Carte de Visite – Gianluigi Parpani” e sono stata premiata quell’anno proprio per questa opera. L’emozione di ricevere un premio, soprattutto con un’opera che ha un significato speciale per me, è indescrivibile.